mercoledì 25 ottobre 2017

La Neuropsicomotricità In Acqua Nella Sindrome Di Rett



La Neuropsicomotricità In Acqua Nella Sindrome Di Rett


Da anni ormai è stata documentata l’efficacia delle attività in acqua nelle bambine affette da Sindrome di Rett.
Molti istruttori di nuoto, psicologi, terapisti e psicomotricisti, con vari articoli pubblicati su internet e con relazioni svolte in numerosi convegni, hanno documentato i risultati positivi raggiunti con le pazienti, mediante varie attività svolte in piscina, migliorando la qualità della vita delle bambine loro affidate.
Diversi metodi ed approcci sono stati sperimentati ma con una costante: l’acqua risulta un elemento facilitante per le bambine con sindrome di Rett, sia dal punto di vista fisico, in quanto è ridotta la forza di gravità, sia dal punto di vista psicologico, in quanto l’acqua a temperatura di 30°-32° induce un rilassamento generale riducendo le distonie muscolari e suscitando la sensazione di benessere e di piacere sensomotorio.
Tali sensazioni se vissute dalle bambine con gradualità e progressione, inducono un miglioramento della comunicazione e dei tempi di attenzione verso l’altro ed un miglior utilizzo degli oggetti che il terapista propone ed adopera in acqua.
Bisogna distinguere bene tra una generica attività ludico-motoria, svolta in acqua da istruttori di nuoto, ed un intervento mirato di riabilitazione neuropsicomotoria in acqua, eseguito da personale medico o da terapisti opportunamente preparati; ambedue le attività sono efficaci e funzionali per migliorare la vita delle bambine affette da sindrome di Rett.
Un corso di nuoto o una attività in piscina di tipo ludico-sportivo sicuramente favorisce ed integra le attività di vita quotidiana della bambina e migliora la sua vita ed il suo mondo relazionale.
L’intervento riabilitativo neuropsicomotorio deve essere più specifico e progettato per ogni piccola paziente da un terapista opportunamente preparato e specializzato, che sia in grado di delineare il progetto riabilitativo insieme a tutte le figure che hanno in carico la bambina, con gli obiettivi del lavoro a breve, medio e a lungo termine.
Tali obiettivi possono riguardare diverse aree dello sviluppo delle bambine: motoria, comunicativa-relazionale e psicologica. Esistono opportuni metodi di lavoro che ci permettono di sfruttare l’acqua e le sue potenzialità fisiche ed abbiamo ideato numerosi esercizi e giochi efficaci per raggiungere obiettivi specifici per ciascuna area di sviluppo.
Area motoria: mediante gli ausili e oggetti galleggianti possiamo favorire il miglioramento dell’equilibrio in stazione eretta, della deambulazione e della postura.
Area comunicativa-relazionale: il corpo del terapista con opportune prese di aiuto e manovre ed il contatto con l’acqua migliorano l’aggancio visivo e i tempi di attenzione condivisa e la comunicazione non verbale.
Area cognitiva: attraverso l’utilizzo di gesti e ambienti si allenano e si possono migliorare le abitudini di vita quotidiana: spogliarsi, vestirsi, fare la doccia, controllo sfinterico, riconoscimento e utilizzo funzionale di numerosi oggetti.